Via Crucis

VIA CRUCIS il Film
Valori tra storia, cultura e spiritualità

di Patrizio Ranieri Ciu

VIA CRUCIS il Film – Nel nome di Francesco è la prima produzione realizzata nel nome di Papa Francesco quale prodotto cinematografico di FW Produzioni S.r.l. in collaborazione con Ali della Mente.

Prodotto nell’ambito del convegno cinematografico “Il Cinema nel Sacro” con il contributo di Film Commission Regione Campania, VIA CRUCIS il Film, versione audiovisiva della corrispondente opera teatrale, nasce da un dialogo approfondito con i testi classici, affronta i grandi temi etici in chiave contemporanea e li proietta in modo inedito verso il futuro attraverso un dibattito intenso con i suoi protagonisti. 

Innovativa forma rivoluzionaria dell’uso della settima arte realizzata dai “promotori di fraternità” di Fabbrica Wojtyla, come li ha nominati il Santo Padre, è una narrazione per immagini degli ultimi istanti della vita di Cristo che condensa in scene le riflessioni di una vita sulla rivoluzione culturale del Cristianesimo e non esita ad aggiungervene di nuove.

VIA CRUCIS non è un semplice film collocabile in una specifica categoria espressiva, ma una creazione originale che in sé rappresenta una nuova forma artistica: è la Cine-etica, come l’autore e regista definisce il suo modo di confrontarsi con la pellicola, che arriva sugli schermi con una sperimentazione di Ethical Movie realizzato per raffrontare una storia esemplare del passato col perpetrarsi della brutalità nella nostra società, quanto mai lontana dalla “dimensione uomo”. Perché è l’uomo il fulcro del film e non solo Gesù che inevitabilmente ne è il protagonista. Fuori da ogni canone pre-imposto e grazie al solo strumento della sensibilità, il film integra livelli espressivi eterogenei, dalla musica al teatro, dalla poesia alla filosofia, dall’arte figurativa all’obiettivo della macchina da presa in modo che parola, melodia e immagine accompagnino il pubblico in una esperienza assolutamente inedita. La volontà infatti è proprio quella di superare le suggestioni visive per riportarci al cuore intellettuale delle cose.

È il primo esperimento dove l’immediatezza è l’essenza della rappresentazione filmica che viene trasfigurata in concetto per rendere nuovo valore alla Parola, ormai svilita da un uso mediatico senza rimedio.

Un’opera in cui si vive, senza l’esigenza di un ritmo serrato da film thriller o d’avventura, una altalena di sensazioni che squarciano l’anima per condurci al sublime. VIA CRUCIS infatti propone un rinnovamento del messaggio etico di Gesù, perché la resurrezione è l’unica eterna risposta ai mali del mondo se concepita anche come opportunità di una resurrezione in vita. L’occasione di una consapevolezza di eternità dello spirito possibile solo attraverso un impegno costante nel presente a favore dell’altro che verrà. 

Al termine di ogni proiezione del film si svolge un libero dibattito con l’attore Ivan Santinelli, protagonista ed interprete del ruolo di Gesù, che propone il racconto della realizzazione, a partire dell’esperienza preparatoria del film, del suo percorso personale di immedesimazione nel ruolo e delle difficoltà non solo fisiche imposte dal regista come trascorrere notti intere al freddo per il superamento del dolore ed altri aneddoti originali ed esperienze vissute sul set per testimoniarne la valenza del comunicare un messaggio che ha come motivo primo gli straordinari riconoscimenti ricevuti dal Santo Padre e dalla senatrice Segre. Naturalmente insieme ai più importanti confronti diretti con il pubblico sulla serie di temi proposti dall’opera: la visione intimista e umana del Cristo, la Madonna rappresentata come donna prima che madre, il travagliato rapporto dell’umanità con la violenza narrato in musica con una chiave mozartiana e l’invocazione finale che apre alla innovativa redenzione dell’anima e dello spirito. 
Viene così chiarita l’interpretazione rivoluzionaria data alla storica proposta di Fede la cui immanenza ha dato spazio infinito a quella distanza che da Auschwitz al Covid ha fomentato la secolarizzazione digitale delle masse.  

Note informative:
Il Regista – Patrizio Ranieri Ciu è scrittore e drammaturgo italiano, poeta e compositore musicale, regista e teorico del Teatro (ideatore del metodo Monodialogo). Laureatosi in Giurisprudenza, consigliere diplomatico e membro Onorario della Organizzazione delle Nazioni Unite per le attività umanitarie e a favore dei giovani nei Balcani, già segretario generale e poi Presidente della Fondazione Scanderbeg creata con il presidente emerito Francesco Cossiga e Mons. Vincenzo Paglia, attuale Presidente della Pontificia Accademia per la vita, Ciu è un artista eclettico. Autore e regista di opere teatrali quali Anonimo Napoletano presentato al Festival internazionale di Edimburgo, Passion Play realizzato con la Orchestra Scarlatti, Lolek, un papa un uomo incentrato sulla figura di Karol Wojtyla per il quale ha curato il viaggio in Albania nel 1995, Chronos: Ora X con il filosofo Umberto Galimberti. Ha diretto il Teatro Garibaldi di S. M. C. V., il progetto europeo Tradizione & Traduzione al Teatro Comunale di Caserta e dal 2003 è direttore artistico del Teatro stabile Fabbrica Wojtyla.

Gli AttoriCompagnia della Città è il braccio operativo della visione ideale che Fabbrica Wojtyla rappresenta di un teatro etico e “della parola” che per la sua funzione sociale ha sempre svolto in sinergia e col sostegno di Enti Istituzioni pubbliche. Si fregia perciò di numerosi riconoscimenti tra cui quello ricevuto da Papa Francesco di “promotori di fraternità” e dalla senatrice Liliana Segre di “sentinelle itineranti della memoria”.

La Location – Già location de Il Decameron di Pier Paolo Pasolini, il Borgo Medioevale di Casertavecchia contribuisce con ogni suo elemento alla composizione di uno scenario intimo, austero e silenzioso, sfondo perfetto per il racconto della Via Crucis così come proposta da P. R. Ciu. Casertavecchia sorge alle pendici dei monti Tifatini a circa 400 metri d’altezza a Nord-Est della città di Caserta. Cuore medievale della città, protetto dalle montagne, fu un rifugio sicuro per secoli, dalla sua fondazione nel IX fino alla costruzione della Reggia nel ‘700 che ne determinò il progressivo spopolamento. Il borgo con i suoi vicoli acciottolati, i panorami suggestivi e l’atmosfera di un paesaggio che racconta la storia del passato ospita la Torre dei Falchi, antica dimora del signore del Borgo e simbolo della cittadina, le rovine del Castello edificato intorno all’861 d.C. dai conti di Capua, la chiesetta gotica dell’Annunziata risalente al ‘300 e la proto-cattedrale di san Michele Arcangelo, antica sede vescovile, che con la sua cupola decorata con archi intrecciati e mosaici dai caratteri arabeggianti e il campanile alto circa 32 metri si erge nella piazza principale del borgo. 

Si accede alle proieizioni del film “Via Crucis” attraverso l’inedita formula d’accesso: Il Libro-Ingresso 

IL LIBRO-INGRESSO PER IL LIBERO INGRESSO 

L’originale e inedita formula coniata d’accesso all’evento, come motivo di rinascita culturale, è quella di “interpretare” un singolo libro in copia unica e numerata come modalità di ingresso per un format di tipo teatrale o cinematografico.

È il possesso della specifica copia numerata del libro proposto infatti a dare diritto al posto a sedere.

L’idea nasce dalla volontà di costruire una visione d’insieme finalmente alterativa e illuminante della cultura. Il connubio realizzato tra film e libro infatti è pensato per dilatare il tempo di riflessione intellettuale dello spettatore normalmente ridimensionato dal ritorno alla “normalità” della vita quotidiana dopo ogni singola proiezione.

Il libro-ingresso scelto per la circostanza è “Passi Scelti”, parimenti di Patrizio Ranieri Ciu col prezioso e puntuale commento del vescovo emerito Mons. Raffaele Nogaro, una realizzazione di Rivoluzioni Editoriali S.r.l., start up innovativa a vocazione sociale, in collaborazione con Ali della Mente. Preziosa raccolta di testi teatrali a tema sacro va letto come un attraversamento nell’anima di quei simboli divini che fanno da sfondo immutabile al pensiero occidentale e contemporaneamente come immersione totale nella anima dell’autore, un’anima che sente “tutte le cose del mondo” in un confronto continuo con l’essenza sovrumana che ne rappresenta l’impalpabile. Il dialogo con Dio che pervade i Monodialoghi in tutte le sue forme è così costante. Costante punto di riferimento di una interlocuzione tanto profonda che solo l’Altissimo può percepire. È approfondimento di chi ha scelto di “dar vita alla vita”, di significare per gli altri un tempo vissuto insieme, fuori dal proprio egoismo. 

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