N.53 Il Miracolo

N.53 Il Miracolo

IL MIRACOLO

Il pianeta Terra è miracolo per eccellenza, luogo del riconoscimento metaforico dalle parabole di Cristo:

La moltiplicazione dei pani e dei pesci

Mentre sulle montagne predicava alle folle, agli apostoli che gli dicevano: signore, è tardi, falli andar via per mangiare, che vadano nelle loro case Gesù risponde “non c’è bisogno di mandarli a casa a cercare da mangiare”; qui ce n’è in abbondanza per tutti”.

Ecco questa è l’accoglienza: non c’è bisogno di mandare indietro chi emigra.
Ecco Gesù, spirito e corpo, essenza logica e dolore infinito, dono e donatore. Gesù, nome del credo umano, riflesso del sublime che non ha nome. Reciprocità chiede Dio. Bisogna rompere le catene della diversità delle condizioni per giungere alla uguaglianza nella possibilità di diversità di tutti.

Si combatte per il predominio delle risorse quando ci sono su questa terra risorse per tutti. C’è acqua per bere, grano per sfamare tutti gli uomini del mondo. L’universo stesso, la sua immensità infinita, si ciba del nostro pensiero. Miracolo. Quale altra sua motivazione potrebbe esserci nell’universo se non la sua conoscenza da parte nostra? Questo è messaggio. Andare alla fonte. È il Credo umano dell’imponderabile. L’origine, perché è intento. L’uomo è intento divino. Coscienza del credo umano.
Ogni gesto ed ogni parola del credo umano è miracolo.
Miracolo nel credo umano è il coraggio di andare incontro alla morte senza alcuna paura perché è quando smetti di “guardare” che sai la verità. La verità non si appalesa perché è tale in te.
Miracolo? Ma noi siamo il miracolo. Perché chiederne altri?
Bisogna aver coscienza dell’intento umano. Un processo agli intenti andrebbe fatto in tutte quelle voci che sono ritenute le assi portanti dell’esistenza. Nessun confronto.
Miracolo è la Parola, che noi sviliamo quotidianamente per necessità di convenienza. La parola è oro nelle mani solide ed acqua in quelle bucate. Spetta solo a noi nobilitarla, trasformarla in Credo umano.
Là dove l’economia diviene “il fine” crolla il beneficio per la società perché si rendono improduttivi la volontà e l’intento. Cancellare la dimensione del denaro, renderlo un mezzo totalmente virtuale da trasformarlo nella Parola. La parola data che diviene il parametro di scambio tra avere ed essere.
Se quel che ho è tuo, quel che abbiamo insieme è di tutti.
La rivoluzione della proprietà che diviene comunità.
Una rivoluzione individuale affinché il concetto diventi “coscienza” per le generazioni future.

                                                                  

PATRIZIO RANIERI CIU © FABBRICAWOJTYLA 2020

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