Barricata Culturale

“ACROSS THE WAR! – The Cultural Barricade”
“DALL’ALTRA PARTE DELLA GUERRA! – La Barricata Culturale”

Compagnia della Città & Fabbrica Wojtyla per la Pace

La guerra in Ucraina ci ha sconvolti. Non credevamo che un attacco simile, una logica simile, potesse avanzare ancora oggi. Siamo quelli “di una generazione” cresciuta nell’illusione di non poter vedere mai più una guerra in questo mondo. È stato come essersi svegliati d’improvviso da un bel sogno che era la vita e ritrovarsi in una realtà che è incubo. Incubo pandemico che aggredisce il mondo intero e poi una guerra, foriera di guerra mondiale. Di fronte alle immagini di barricate e sacchi di sabbia nella guerra in Ucraina resta la sensazione di inadeguatezza che proviamo nel nostro essere occidentali, incapaci di reagire, di comprendere, di sentire. Allora capiamo che il dramma ulteriore è nel rendersi conto che non esiste alcun sogno. Il sogno era solo una illusione. Gli occhi erano annebbiati prima e lo sono ancora adesso. Il sogno non era un sogno perché ogni generazione non è più in grado di sognare.

Indicati da Papa Francesco “promotori di fraternità” nella lettera a loro appena scritta, i giovani artisti di Compagnia della Città & Fabbrica Wojtyla, nell’intento di lanciare un messaggio di fratellanza universale basata sulla Cultura come unico motore di ricerca reale di vera Pace, propongono una rivoluzionaria installazione artistica per promuovere la sola battaglia da compiere, quella per la difesa etica e morale della dignità umana, di quei suoi valori assoluti che fanno capo al principio di massima aspirazione dell’essere umano: la qualità del suo pensiero.

Nasce così la Cultural Barricade”, sostenuta e condivisa dal Prof. Umberto Galimberti, simbolo di resistenza e di contro-affermazione. Ufficializzata come NFT nel circuito della criptoarte, ispirata alle reali barricate simbolo della resistenza in Ucraina, l’installazione è una vera e propria barricata costruita con due cavalli di Frisia in legno pieno, filo spinato e un muro di contenimento composto da cento sacchetti bianchi (misure minime: 3m profondità, 7m larghezza, 1,5m altezza, dilatabile).

L’installazione, che parte dalla necessità di non restare indifferenti di fronte ad ogni brutalità e alla violenza perpetrata ai danni di tanti innocenti (in particolare di civili e soldati, vittime giovani che in entrambi i fronti stanno perdendo la vita nell’attuale guerra in Ucraina), è pensata come itinerante in luoghi funzionalmente significativi (Parchi naturali, Musei, Biblioteche, Teatri, Piazze) e interattiva con la predisposizione di occasioni di letture, recitazioni, canti per non lasciare mai indifeso l’avamposto di una “violenza intellettuale contro ogni violenza”, come ha definito la nostra azione rivoluzionaria il vescovo emerito Raffaele Nogaro, e promuovere proprio quei libri che, al posto dei granelli di sabbia, rappresentano la volontà di fronteggiare non le pallottole tirate dalle armi, ma proprio la volontà stessa dell’uso delle armi.

L’interazione poi si consolida in quanto la sabbia con cui inizialmente sono riempiti i sacchetti, durante la permanenza dell’installazione ed in concomitanza della performance artistica verranno man mano sostituiti da libri che, al posto della sabbia, andranno così a mutare la funzione propria di muro che ferma le pallottole in muro culturale capace di aprire le menti.

L’intento è trasformare proprio i libri, al posto dei granelli di sabbia, in testimonianza del proposito di fronteggiare non le pallottole tirate dalle armi, ma proprio la volontà stessa dell’uso delle armi. Una muraglia di letteratura per evidenziare nell’orrore della guerra il simbolo fisico della libertà autentica, quella di ciascun pensiero individuale da contrapporre ad ogni forma di pensiero unico e globalizzante.

È un richiamo di lotta alla logica del conflitto determinato dall’uso delle armi come strumento sia di offesa che di difesa dei popoli, del tutto dimentichi della potenza disarmante – appunto! – della “non-violenza” praticata da uomini riconosciuti come straordinari nella storia dell’umanità, da Gesù a Gandhi a Mandela. Questa conseguenza è parte della interattività simbolica proposta ai giovani di tutto il mondo: divenire fabbricanti di barricate culturali nell’intento di promuovere la “non-arma” più potente che ci sia: LA PAROLA.

Caratteristiche fisiche della installazione artistica:
La Cultural Barricade è composta da due Cavalli di Frisia e 100 sacchetti in polipropilene che riportano la scritta verniciata ‘no war’, riempiti con sabbia di mare e libri di diverso genere.
L’installazione è completata da un filo spinato in ferro, un pallone usurato, una vestaglia rovinata ed un piccolo peluche, ognuno dei quali rappresenta una sfumatura d’umanità.

I cavalli di Frisia sono stati realizzati lavorando murali in legno di abete, incastrati tra di loro e agganciati con l’utilizzo di perni chiusi con dadi a cupola.

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FABBRICA WOJTYLA © PATRIZIO RANIERI CIU 2022

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