OPVS

Omnia OPVS est

di Patrizio Ranieri Ciu

OPVS, impegnativo percorso nel tempo con i testi e le musiche di Patrizio Ranieri Ciu nella interpretazione della Compagnia della città & Fabbrica Wojtyla è un “format” che congiunge elementi di interesse storico con ipotesi teatrali di sentimento perduto. Una formula inedita di valorizzazione artistica che propone, attraverso un singolare viaggio nel Tempo, l’incontro con l’aspetto più intimo dell’esistenza umana: il pensiero.

OPVSparte integrante de La contaminazione felice, progetto artistico ideato dall’autore su incarico del Forum delle Culture, è il viaggio nel Tempo in luoghi metateatrali, spazi illustri che, nati nel passato, sono divenuti la sola testimonianza ambientale di storie, passioni, emozioni di esseri umani i quali, vissuti in epoche storiche diverse tra loro, hanno calpestato il medesimo pavimento ed attraversato il medesimo spazio fisico che lo spettatore ora calpesta ed attraversa.

Ed ecco che atmosfere, costumi e voci ci restituiscono l’autenticità di uomini e donne che si raccontano nel Tempo, il vero protagonista della vita umana.

Avvengono così incontri al buio con storie e personaggi di ogni epoca che rispettano solo la cronologia del luogo preposto alla funzione del contesto o della confessione del pensiero. I temi quelli fondamentali affrontati con un taglio di incisività del tutto inedito e affascinante: la cultura, l’accoglienza, l’eguaglianza, la legalità.

L’esperienza della contemporaneità spazio/tempo della ragione si realizza grazie al confronto tra lo spettatore, lospazio che attraversa ed il tempo che si sdoppia in mondi paralleli. Così accade che, mentre si viene informati sui dati storici del luogo monumentale, sugli affreschi o sui loro autori, si diventa interlocutori unici del pensiero e del sentimento di “personaggi”, famosi o meno, che dalla Porta immaginaria di un Tempo morale appaiono e scompaiono, lasciando tracce del vissuto in questi “luoghi di eccezione” che trovano finalmente il giusto riconoscimento della vocazione per cui sono stati edificati: luoghi della memoria del pensiero umano.

Sono i luoghi del vissuto, di un’ intima confessione che così diviene pubblica durante un percorso di visita che si trasforma nel percorso dell’umanità che appare d’improvviso in una storia, in un monologo, in un canto, in una danza, in una semplice immagine di donna genuflessa in preghiera, in uno sguardo perduto oltre i giardini dalla finestra o in una voce argentina di bimbo ai primi passi. Figure famose riconoscibili, altre anonime, alcune nate con le antiche mura che ci circondano, altre vittime dell’oggi reale magari appena passato, altre ancora solo echi, suoni, voci, gesti, identificazioni di puro pensiero vissuto e pensato che la narrazione di un luogo d’incanto ci restituisce e ci arricchisce.

Preservare in tal modo la memoria delle storie umane del passato garantisce il riconoscimento futuro della dignità della storia di ogni singola vita.

Foto di Alba Bianconi

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