N.31 L’Impermanenza
L’IMPERMANENZA
(Si tratta di un concetto filosofico cardinale. Altro non è che la transitorietà dei fenomeni: tutto è passeggero, tutto muta, niente è eterno. La permanenza è un’illusione, e l’accettazione di questa verità – o meglio, la sua concreta e costante percezione – permette uno sguardo sereno sul fluire delle cose. Non implica un abbandono nichilista delle vie etiche anzi, è una delle chiavi fondamentali per la loro comprensione)
Muscoli esausti e ossa rotte.
La notte bianca di un vaccino nella guerra della mente è quasi una trincea.
Gli occhi sbarrati nel fissare il fiume dei pensieri
salvano quelli controcorrente per non farli annegare.
La mano è tesa.
Incontra un dolore.
Pietà va offerta agli uomini.
La pietas agli animali.
Umanità non è sapere chi stiamo salvando
ma capire se ci stiamo aiutando.
L’ultimo degli ultimi ne ha fatta ormai di strada.
Sul ciglio del dirupo la sua scelta è sempre l’essenziale.
Così, sospesi in aria,
l’impermanenza avanza.
Diventa condizione, sì ma insegna anche a volare.
Bisogna essere, non sentirsi eroi.
Quale coraggio ha mai chi non sa rinunciare?
Se vuoi andare resta, se vuoi restare vai diceva una canzone.
Tutto si consuma nel silenzio di un battito di ciglia,
nessuno più raccoglie.
Il tempo, come un treno, passa.
E giunti all’angolo della strada scopriamo
che l’angolo di strada siamo noi.
Nessuno sa svoltare e allora torna indietro,
convinto che sia meglio ritornare
ma quel che è stato è stato
e ciò che è stato non si lascia più ingannare.
Resta l’inquietudine
e il desiderio che allarga le sue braccia.
Non troverà nessuno.
Nessuno è più capace di farsi abbracciare.
PATRIZIO RANIERI CIU © FABBRICAWOJTYLA 2021
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