N.47 Il disegno naturale

IL DISEGNO NATURALE

Le vie del Signore sono infinite. 
L’importante è camminarle. 
Non da peccatori ma da illuminati, con la coscienza limpida di chi – poiché nulla ha da nascondere – si muove, nudo, nella luce. 
Luce che crediamo e vediamo in fondo al tunnel della nostra esperienza terrena. 
Ma ecco cosa dobbiamo comprendere: quel tunnel non va attraversato per raggiungerla, quella luce. Ma è a quella luce che dobbiamo permettere di raggiungerci da questa parte del tunnel per illuminarci e rendere la nostra vita, paradiso. 
Così violenza e povertà scompariranno solo e se tutti realmente lo vorremo. 
Invece abbiamo contaminato con l’indifferenza l’esistenza.
Il terrore della pandemia è stato un atto di coscienza istintivo, quasi una indignazione innata per il nostro vissuto, una inconscia repulsione che stenta però a maturare nonostante sia evidente come siamo cresciuti male e nel male, come nella terra diventata dei fuochi, quasi a simboleggiare i mille focolai della dannazione infernale. 
Dov’è Dio? Ci domandiamo.  Dov’è Dio in ogni dramma? 
Dov’è Dio nell’olocausto, nella guerra, nella corruzione. 
Dov’è Dio nei focolai di questa nostra Terra?
Ebbene, Dio è dentro di noi. 
Sempre ed ovunque. 
Siamo noi ciechi a non vederlo, siamo noi sordi a non sentirlo, siamo noi che ci tappiamo le orecchie e chiudiamo gli occhi agli accadimenti, al dolore, al bisogno degli altri. 
Lui c’è. 
In tutti i drammatici momenti dell’esistenza, non ci siamo noi. 
Siamo noi incapaci di dire no alla banalità della quotidianità, alla falsa realtà, al consumo senza sosta, alla violenza, al sopruso, alla tirannia. 
Siamo noi incapaci di dire no al nostro egoismo. 
Siamo noi che restiamo soli.        
Eppure Dio è e resta dentro di noi, con la sua pazienza infinita, in attesa del risveglio della nostra anima. 
Apriamo gli occhi, dunque, guardiamolo in faccia questo Dio che se è dentro di ognuno di noi vuol dire che è dentro tutti coloro che incontriamo. Dio è Cristo che ci viene sempre incontro.
Allora diamo finalmente il vero valore all’incontro. 
L’incontro non è un mercimonio. 
Non è uno scambio di convenienze, non è acquisto di un gesto che così da naturale diventa osceno. 
L’incontro è Dio che si rivela. 
Si svela a sé stesso. Ancor più in chi crede di essere senza Dio. 
Perché il miracolo costante sulla terra è l’essere umano, il suo entusiasmo. 
L’uomo è illuminazione. Pura illuminazione senza limiti. 
L’uomo non è un peccatore naturale. Il peccato è l’abitudine creata dal contesto che è frutto della incapacità di dire no al nostro egoismo, come un gatto che si morde la coda. 
Il peccato è solo una finestra chiusa dalla nostra cecità per paura di vedere la luce. 
Spalanchiamo allora tutte le finestre della nostra anima per scoprire che Dio non è luce che entra a rischiarare il buio del nostro profondo ma luce che dal nostro profondo sorge proiettata verso l’universalità. 
Dunque prendiamo atto che siamo frutto di un disegno universale, di un tracciato che bisogna saper riconoscere, distinguere e perseguire rispondendo alla più intima voce che si cela nella nostra anima, la voce di Dio. 
E quand’anche così non fosse, se non esistesse alcun Dio e alcun tracciato, perché sentiamo il bisogno di cercarlo? E ancora: perché non provare a disegnarlo? 

L’arte è Dio stesso,
che rinnegando sé stesso,
si afferma lo stesso. 

PATRIZIO RANIERI CIU © FABBRICAWOJTYLA 2022

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