N.34 Mai più parole

MAI PIU’ PAROLE
a seguito di una riflessione con Umberto Galimberti

Uomini e donne usano le parole nella convinzione che servano a chiarire sentimenti, diritti, affermazioni e verità.
In effetti tutte le parole, nessuna esclusa, pur se supportate da meravigliosi intenti, sono assolutamente ingannevoli e viziate dalla loro appartenenza ad ognuno di noi che, nel pronunciarle direttamente o indirettamente agli altri, persino involontariamente, ne alteriamo ogni logico e vero significato a nostra propria ipotesi di tornaconto.
Ancor più involontariamente questo insegniamo ai giovani ed è questo che traspare sempre più dalla loro frequentazione: la loro progressiva formazione all’inganno, prima innocente, poi complice fino a trasformarsi in costante inganno consapevolmente messo in atto nel gioco delle parti.    
Non esistono parole su cui si può ancora contare e che non sono di certo quelle in chat, degli influencer e tutte quelle comunque dirette a qualcuno riportate sopra un telefonino. Smettiamola allora di parlare, di tweettate, di gettare le parole al vento, di credere di pensare o di essere convinti del valore delle nostre affermazioni.
Siamo tutti meschinamente coinvolti con il nostro malato pregiudizio nella misera sopraffazione altrui in ogni confronto verbale soprattutto quando crediamo di agire nel bene.
Creiamo invece inganni che innestano altri inganni in un mondo che crediamo sia ma che non c’è. 
Non esiste il bene o il male ma l’inganno di parole appena dette per determinarli.
Le sole parole, perché non più tali, restano quelle scritte esclusivamente da chi è o è stato, autenticamente, un autore e assolutamente originale, solo perché, suo malgrado ed anche se lo ha pensato, non l’ha mai scritte ad alcuno. Sono pagine universali, pagine scritte di un autore originale, pagine vive, pagine reali.
Perché l’uomo che le scrive, magari un bugiardo matricolato e primo ingannatore, nel momento stesso che lo fa, non è più tale ma solo il mezzo usato dalla verità per confermare se stessa o il contrario di se stessa. Chi le legge farà il resto.
Perché scrittori e poeti sono solo parole, inutili parole senza senso. Perché non esistono scrittori ma solo storie, non esistono poeti ma solo la poesia.
Così come non esiste nessuna parola detta che non sia tua o che non sia mia.

PATRIZIO RANIERI CIU © FABBRICAWOJTYLA 2021

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