Cinque giorni dopo

Cinque giorni dopo

di PATRIZIO RANIERI CIU

Dalle pagine più buie del regno dei Borbone agli articoli di cronaca nera del ventunesimo secolo, riemergono sul palcoscenico storie di violenza atavica e reiterata sulla donna. Alla tragica vicenda della principessa Caracciolo di Santobono, stuprata a morte pubblicamente sul sagrato della chiesa dello Spirito Santo durante la dura repressione che seguì l’esperienza della Repubblica Napoletana, succede quella di una delle donne dei Sonderbau, speciali strutture dei campi di sterminio adibite a postribolo per guardie e detenuti di “razza ariana” in cui si consumava il dramma della Shoah al femminile, fino ad arrivare a Desirèe Mariottini, sedicenne romana vittima di violenza di gruppo e morta di overdose nella totale indifferenza di chi con la falsa consapevolezza della contemporaneità assisteva immobile e complice in uno dei casi che più ha smosso la pubblica opinione solo un anno fa. Tre donne, tre monologhi, tre diversi tipi di violenza sessuale (stupro di punizione, di umiliazione e di degradazione), un’unica soluzione proposta in grado di estirpare il problema alla radice: l’innovativa prospettiva al maschile del movimento #OneMore – Sii anche tu un uomo in più. Campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere, già sostenuta dal Presidente della Repubblica e elogiata dal filosofo Umberto Galimberti sulle pagine di D. La Repubblica delle Donne, che si propone di operare sulla educazione dell’uomo individuando nella forte matrice maschilista della nostra società il punto cardine del reiterarsi di una forma di sottomissione che purtroppo non ha tempo e non ha fine. «La cultura di un uomo è la sola garanzia per una donna» recita lo slogan del movimento che dal passato al presente, dalla storia alla cronaca, dall’arte al teatro, coglie l’occasione per accogliere, appassionare e commuovere il pubblico in una riflessione finale che tende ad unire, comprendere e sperare nella diffusione dell’innovativa prospettiva del movimento #onemore di cui Ali della Mente, con i giovani della Compagnia della Città & Fabbrica Wojtyla, è creatrice e promotrice.

Palmarès:

L’opera è stata rappresentata il 30 Novembre 2019 presso il Teatro Don Bosco dei Salesiani di Caserta, volutamente 5 giorni dopo il 25 Novembre: “giornata mondiale contro la violenza alle donne”, divenuta vero e proprio tritacarne generale a chi fa più eventi, venendo poi rigettata nel dimenticatoio come si fa solitamente con tutte le tematiche degne di sensibilizzazioni che vengono ricordate solo attraverso le “giornate mondiali”.

Foto di Raffaele Ferraro e Alba Bianconi

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